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I Turchi di Notte. Rievocazione Storica Battaglia dei Turchi e Cristiani"

Scritto da Angelo Radica

Pubblicato il

Nella seconda metà del XVI secolo, nel 1566 circa, Solimano II chiamato dai turchi il “Conquistatore”, affidò il comando della sua flotta all'ungherese Pialì Pashà e ordinò l'invasione delle città lungo il litorale adriatico. La flotta turca respinta dalla piazzaforte di Pescara puntò poco più a sud, sbarcando a Francavilla, il 30 luglio di quello stesso anno, e ad Ortona il 1° agosto. Altre orde saracene, in quegli stessi giorni, puntarono nell'immediato entroterra. A Tollo, secondo la storia e la tradizione locale, i turchi non riuscirono a penetrare nella roccaforte del paese, ove tutti i suoi cittadini si erano asserragliati, resistendo strenuamente ai loro ripetuti attacchi. L'episodio ebbe del prodigioso: venne infatti attribuito, dalla pietà dei fedeli, all'intervento della Vergine del Rosario, invocata perchè la cittadina venisse risparmiata da una tale sciagura. Ancora oggi, nella prima domenica di agosto di ogni anno, con la festa della Madonna del Rosario, il fatto storico e prodigioso viene rievocato con una particolare manifestazione.

Reminiscenze di vittorie sui Turchi a Tollo – A. De Nino, “Briciole Letterarie”, Carabba, 1885, Lanciano

Era l'aba di una prima domenica di agosto; e i sacrestani della chiesa maggiore martellavano, senza pietà, i sacri bronzi, per rallegrare la popolazione di Tollo. Coi sacri bronzi, due bande musiacli si contendevano l'onore di sturar bene gli orecchi ai divoti Tollesi. Si celebrava la festa della Madonna dei Turchi. Già i più aitanti giovani erano in moto a preparare il bisognevole, per una tradizionale rappresentazione. Appiè del Corso, in mezzo alla piazza, e proprio rimpetto ai gloriosi avanzi di un castello del medio evo, si era innalzata una gran torre di legno, che aveva, verso la metà, un largo cornicione a merli; nel maschio, una porta laterale, e, sulla cima, ancora merli. La processione stava per uscire, quando sbucò, da una casa rimpetto alla chiesa, un drappello di giovani vestiti da guerrieri romani: calzoni bianchi; gonnellino azzurro; corazza inargentata; goliera bianca; maniche del colore del gonnellino, nella parte superiore delle quali, pendono strisce argentee; elmi con visiera; gladii. Precedeva un trombetto e il capitano. Il drappello, a suon di tromba, percorrew le principali vie del paese; e poi si chiude nella torre. Uno di loro serve di scolta sul cornicione della torre e il trombetto sulla cima. Poco dopo, esce la schiera dei giovani vestiti da soldati turchi: calzoni rossi, giacca di velluto solferino, con maniche a feritoie ovali; turbante rosso e pennacchio turchino; lancia in mano. Anche questa schiera percorre le vie principali, mentre la processione è giunta in piazza. La guarnigione cristiana, dall'alto della torre, fa gli onori militari alla Madonna. Folla immensa... La schiera dei Turchi ha finito il suo giro; si appressa alla torre. La sentinella dà l'allarme: il soldato che sta in cima, fa squillare la tromba. La processione trovasi al suo termine, vicino alla piazza, nell'estremità inferiore del Corso. La statua della Madonna si ferma. I soldati cristiani si rinserrano nel maschio della torre. I turchi danno la scalata, e tentano di abbattere la porta, quando all'improvviso escono i Cristiani; e dopo un accanito combattimento, i Turchi rimangono incatenati e priogionieri. Suono delle bande, sparo di mortaletti e sbatacchio di campane: gridi, pianti di allegrezza...l'uomo torna bambino...il sentimento religioso si abbraccia al ridicolo...trionfa il sorriso. I Turchi prigionieri sono trascinati innanzi alla Madonna, e si rendono cristiani.
Tommaso Bruni, "Feste religiose e rappresentazioni che si celebrano nella provincia di Chieti", Ricci, 1907, Chieti

Questa rappresentazione ricorda due avvenimenti storici: la incursione dei saraceni avvenuta nel 30 luglio 1566, sotto il comando del rinnegato ungaro Pialy Bassà, e la battaglia navale di Lepanto (golfo del mar Jonio fra la Livadia e la Morea) nella quale la flotta turcavenne completamente distrutta dalla cristiana comandata da D. Giovanni d'Austria, e proprio nel 7 settembre 1571.Fra le feste ecclesiastiche, si aggiunse quella in onore della Madonna del Rosario, istituiita da Pio V, perchè, proprio nell'ora della vittoria, egli stava recitando il rosario. Allorchè gli venne comunicata l'aspettata grande notizia egli ripetette un versetto del Vangelo di S. Matteo che dice: fuit homo missus a Deo cui nomen erat Joannes, volendo alludere a D. Giovanni d'Austria comandante della flotta cristiana. E fu lo stesso pontefice che aggiunse alle Litanie il Refugium Christianorum in onore della Vergine Santissima. la Madonna del Rosario, in questo o quel paese della nostra provincia, è appellata eziandio la Madonna della Vittoria, perricordare con una nota gloriosa, la celebre disfatta della flotta turca.
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