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Il #25Aprile ai tempi del #Coronavirus #Covid19

Scritto da Angelo Radica

Pubblicato il

 

Il Comune Tollo domani, nel rispetto delle norme sul distanziamento sociale e del divieto di assembramento, celebreremo la Festa della Liberazione in due momenti distinti:
- alle 11,00 dopo un breve percorso dal Municipio al Piano della Chiesa depositerò una corona d’alloro al Monumento ai Caduti di tutte le guerre;
-) alle 18,00 in diretta Facebook sui miei profili Angelo Radica e Angelo Radica Due parleremo della festa della Liberazione, del suo significato attuale, dell’importanza del ricordo soprattutto per gli alunni della scuola e delle nuove generazioni e del significato della Liberazione per Tollo.
Lo farò insieme alla Professoressa Antonietta Pellegrini e coni testi dei condannati a morte della resistenza italiana e del professor Mario Setta.

L’Italia che domani celebriamo è quella che ha resistito con la schiena dritta al flagello nazifascista. E che oggi resiste a chi vorrebbe cancellare quella pagina di storia. L’ItalIa che conosce la sofferenza, che sa affrontare il dolore con dignità, che conserva la speranza e che, quando i tempi lo consentono, sa infondere allegria a tutto il mondo. L’Italia che resiste.
Questi sono brani tratti dalle ultime lettere che Pietro Benedetti, di Atessa, condannato a morte per la sua attività antifascista clandestina, scrisse alla moglie e ai figli prima di essere fucilato, il 29 aprile 1944, a Forte Bravetta (Roma) da un plotone della PAI (Polizia Africa Italiana).

«11 aprile 1944
Ai miei cari figli,
(…) Amatevi l’un l’altro, miei cari, amate vostra madre e fate in modo che il vostro amore compensi la mia mancanza. Amate lo studio e il lavoro. Una vita onesta è il migliore ornamento di chi vive. Dell’amore per l’umanità fate una religione e siate sempre solleciti verso il bisogno e le sofferenze dei vostri simili. Amate la libertà e ricordate che questo bene deve essere pagato con continui sacrifici e qualche volta con la vita. Una vita in schiavitù è meglio non viverla. Amate la madrepatria, ma ricordate che la patria vera è il mondo e, ovunque vi sono vostri simili, quelli sono i vostri fratelli.
Siate umili e disdegnate l’orgoglio; questa fu la religione che seguii nella vita.
Forse, se tale è il mio destino, potrò sopravvivere a questa prova; ma se così non può essere io muoio nella certezza che la primavera che tanto io ho atteso brillerà presto anche per voi. E questa speranza mi dà la forza di affrontare serenamente la morte.

20 aprile 1944
Mia cara Enrichetta,
ho voluto tacerti fino ad oggi la triste realtà nella speranza di ottenere una impossibile grazia. Purtroppo è la fine. Sono straziato di non poter rivedere i miei figli. Ora tu sei tutto per loro. Sii forte per loro. Tu sai che al mondo ho fatto solo il bene e perciò morirò tranquillo. Bacia per me i miei figli ed educali nell’amore e nel lavoro.
Addio, mia diletta e sfortunata compagna, bacia per me mio padre, i tuoi cari genitori, i cugini e gli zii. Salutami tutti gli amici e ringrazia coloro che hanno tentato purtroppo inutilmente di salvarmi.
Un ultimo abbraccio e un bacio per tutta la vita,
Tuo Pietro
20 aprile 1944
Filippo, Rosa, Ivana, Tina, addio, siate buoni e bravi ed amate vostra madre, perdonatemi e ricordatemi sempre.
Vostro Padre

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